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13 novembre, Giornata mondiale della gentilezza: se empatia e educazione diventano i migliori strumenti per il business

Le buone maniere risultano determinanti nel raggiungere accordi commerciali, creando empatia con i clienti, ancora di più nell’era post covid19. Il sondaggio di Deraweb tra i lavoratori a partita IVA

Il 13 novembre in tutto il mondo si celebrala Giornata mondiale della gentilezza, una ricorrenza che sottolinea come tutti noi abbiamo bisogno di ricevere gesti gentili, fatti con educazione e empatia, che accarezzino la nostra sfera emotiva. Un’esigenza che oggi, con distanziamento sociale, limiti alle interazioni e mascherine a coprire il volto, sentiamo ancora di più, nella vita privata come in quella lavorativa.

La pandemia, infatti, ha stravolto completamente il mondo del lavoro. Smart working che riduce o annulla i rapporti con i colleghi, cassa integrazione, perdita di clienti e di profitti che destabilizzano non solo la sfera economica, ma anche quella psicologica.

Un contesto incerto, che fa inevitabilmente paura, in cui si devono ricostruire le relazioni, che, inevitabilmente, saranno diverse dal passato. Tra le categorie che hanno accusato maggiormente il colpo figurano i lavoratori a partita IVA, che, una volta rientrata la fase acuta dell’emergenza, spesso hanno dovuto rivedere i rapporti di collaborazione, sia verso i fornitori, sia verso i clienti.

Per comprendere quali fossero gli indicatori più importanti nella scelta di un fornitore nell’era digitale, e se davvero elementi come educazione, gentilezza ed empatia potessero fare la differenza, Deraweb, brand del gruppo SunDera S.r.l. che si occupa della creazione di siti web e della fornitura di servizi digitali a liberi professionisti e microimprese, in piena pandemia ha sottoposto un breve sondaggio a oltre 1.000 possessori di partita IVA.

Oltre al prevedibile “affidabilità del partner in termini di servizio e solvibilità”, i gradini più alti del podio sono stati ricoperti da aspetti legati a “gentilezza ed educazione”. Quasi la totalità degli intervistati, infatti, ha affermato che “L’educazione e la gentilezza sono determinanti nella scelta di un’azienda o di un professionista”. Forse perché in un contesto economico globalizzato, che viaggia alla velocità della luce, in cui i rapporti sono quasi sempre mediati da strumenti tecnologici, l’aspetto umano ed empatico viene spesso messo da parte.

Anche in caso di comunicazione digitale, le relazioni sono sempre interconnessioni tra individui, che sono al tempo stesso persone e professionisti, che reagiscono in modo diverso se lo stesso messaggio viene posto in modo perentorio o garbato. Anzi, è proprio quando vengono meno gli elementi della comunicazione fisica, come il linguaggio del corpo, la mimica facciale, o il tono della voce, che dobbiamo essere persuasivi con altri aspetti del linguaggio, anche nelle transazioni commerciali. Gentilezza ed educazione in primis.

Per questo motivo ogni azienda, micro, piccola, media o grande che sia, ed ogni libero professionista, dovrebbe settare il proprio impianto digitale (sito web, social network, mailing) e il proprio personale in azienda, affinché si creai la migliore esperienza in assoluto per il cliente finale e potenziale. Il garbo autentico è la chiave per la il successo negli affari: nei piani editoriali per i social network, nella relazione con il cliente, nella comunicazione interna all’azienda.

“Oltre ai classici ‘affidabilità e competenza’ – spiega Fabio De Lucia, Direttore Marketing & Co-Founder Deraweb – gli intervistati hanno manifestato il bisogno di relazionarsi con persone educate e civili. Soprattutto oggi, vivendo in una società estremamente individualista, egocentrica e poco avvezza alle buone maniere, la gentilezza, il garbo e l’educazione, se realmente autentici, possono diventare degli alleati utilissimi nel mondo degli affari. Non bisogna mai dimenticare che prima di essere dei professionisti siamo delle persone, mossi da dinamiche empatiche ed emotive. Oltretutto, l’educazione nell’ascolto di un cliente, è una forma di assoluto rispetto che indica grande attenzione e considerazione”.

In effetti, oramai, la mancanza di civiltà è osservabile in qualsiasi attività quotidiana.

Molto spesso – prosegue De Lucia – mi capita di leggere delle mail prive di un semplicissimo ‘buongiorno’, ‘buonasera’, ‘grazie’ o ‘cordiali saluti’ così come altrettanto spesso non ricevo alcuna risposta a un messaggio mail o su whatsapp. Per non parlare dell’importanza delle risposte che si danno sui social network dove fin troppo spesso albergano ingiustificabili manifestazioni di arroganza, presunzione o aggressività. È determinante legare ogni singolo processo comunicativo (azienda – cliente) secondo dei processi di garbo. Per questo motivo ogni azienda, micro, piccola, media o grande che sia o ogni libero professionista, dovrebbe settare il proprio impianto digitale (sito web, social network, mailing) e il proprio personale in azienda verso una forma mentis equilibrata e civile in modo da evocare al cliente finale o potenziale, un’esperienza positiva e rassicurante”.

Anche il tono della voce è uno strumento potentissimo nella comunicazione e nel raggiungimento di un accordo professionale. Molte persone non sanno che esistono ben quattro colori di voce principali, ovvero gialla per la cordialità autentica, verde per l’empatia, blu per l’autorevolezza e rossa per la passione, oltre ad altri due colori negativi come grigio e nero che connotano apatia o rabbia. Ebbene, molti venditori perdono delle vendite non appena aprono bocca così come molte discussioni avvengono perché i toni sono sbagliati. Questo accade proprio perché sottovalutano l’importanza dell’empatia e della cordialità.Per fare in modo che ogni azienda cresca c’è la necessità che esista una grande preparazione tecnica e una grande preparazione umana, esteriorizzata in ogni forma comunicativa. Possiamo avere tutta la conoscenza tecnica che vogliamo ma se non sappiamo trattare con le persone, se non siamo in grado di accogliere le loro richieste con la giusta attenzione e partecipazione, avremo sempre delle chance in meno. Non dimentichiamoci che come diceva Nelson Mandela, ‘l’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo’” conclude spiega De Lucia.