Today the Conclave begins: the church prepares to elect the new Pope

Today, May 7th 2025, marks the start of one of the most solemn and mysterious events of the Catholic Church: the Conclave to elect the new Pontiff. Following the resignation of Pope Benedict XVII, announced last March for health reasons, the 117 cardinal electors will gather in the Sistine Chapel to choose the 267th successor of Saint Peter. The world’s eyes are on the Vatican, waiting to see who will lead the Church in the coming years, amid global challenges, social crises, and internal tensions.

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Newsmaking, come nascono le notizie

Nel mondo della comunicazione e dell’informazione, il termine newsmaking occupa un posto centrale. Ma cosa significa davvero questa parola? E perché è così importante nell’attività di un ufficio stampa? In un’epoca in cui le notizie circolano alla velocità della luce e la reputazione di aziende e persone può essere costruita (o compromessa) in pochi istanti, comprendere il processo di creazione della notizia è fondamentale.

Che cos’è il newsmaking

Il termine newsmaking si riferisce al processo attraverso cui un fatto viene trasformato in una notizia. Non si tratta, come a volte si potrebbe erroneamente pensare, di inventare eventi o manipolare la verità, bensì di selezionare, interpretare e comunicare le informazioni in modo efficace e coerente. Questo processo è alla base del lavoro quotidiano di ogni ufficio stampa, il quale ha il compito di far emergere le notizie rilevanti legate a un’organizzazione, un brand o una figura pubblica.

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Comunicazione interna: una leva strategica per il successo aziendale

In un contesto globale caratterizzato da volatilità, incertezza e innovazione tecnologica continua, le organizzazioni di successo sono quelle capaci di adattarsi rapidamente, mantenendo al contempo coesione interna e chiarezza di visione. In questo scenario, la comunicazione interna emerge come leva strategica indispensabile per favorire l’allineamento organizzativo, rafforzare la cultura aziendale, promuovere l’engagement dei collaboratori e supportare la gestione del cambiamento.

Spesso sottovalutata rispetto alla comunicazione esterna – quella rivolta a clienti, fornitori e partner – questo strumento è, invece, la linfa vitale che connette i diversi livelli e funzioni di un’organizzazione, di qualsiasi tipo essa sia, creando coesione, motivazione e senso di appartenenza.

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Finding Empathy

Over the past few years, I have lived through a period full of difficulties. Sometimes I felt lost, like nobody could really understand how I was feeling and, sometimes, I felt like people around me have no interest in what was happening to me. And it hurt a lot.

I’m thankful to have around also a lot of lovely people who supported me in everything, filling me with love. This allowed me not to feel alone, and to take action to overcome difficulties.

Well, I’m not here to whine or to bore you. I just want to argue with you about some important points and make a kind of brainstorming (and “soulstorming”, of course).

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Blind Inclusive Orchestra: a CinecittàDue la musica che unisce, oltre le disabilità

Un’orchestra inclusiva, composta da diversi musicisti, alcuni ipovedenti e non vedenti, si esibisce in un ampio programma di sensibilizzazione organizzato dalla Fondazione IRBM

La musica può essere un potente strumento di inclusione, qualcosa che arriva dritto al cuore, supera ogni tipo di barriera e dona a tutti la medesima gioia. Ed è in quest’ottica che sabato 29 marzo 2025, alle ore 17:00, il Centro Commerciale CinecittàDue ospita il concerto gratuito della “Blind Inclusive Orchestra”, organizzato dalla Fondazione IRBM.

La Blind Inclusive Orchestra, la prima orchestra sinfonica inclusiva composta anche da musicisti non vedenti ed ipovedenti, è nata dall’intuizione del Direttore d’Orchestra Alfredo Santoloci, già Direttore del Conservatorio Santa Cecilia, di ideare un metodo uditivo, oltre a quello visivo, per poter comunicare e dirigere tutti i suoi musicisti.

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“Di questi tempi, l’ignoranza è un reato”. Intervista a Martina Galletta, autrice del romanzo “Giuditta – il ghetto di Roma, la dittatura fascista, la Resistenza”

Lo scorso gennaio, in concomitanza della Giornata della Memoria, è uscito il nuovo romanzo di Martina Galletta, “Giuditta – il ghetto di Roma, la dittatura fascista, la Resistenza”, pubblicato con Infinito Edizioni.

Una storia forte, ambientata nella Roma degli anni della Seconda guerra mondiale, che vede protagonisti Giuditta, una ragazzina ebrea, e Libero, un operaio comunista, legati da una forte amicizia. 

Il romanzo, il secondo per Martina Galletta, è uscito nell’anno dell’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, che per l’Italia, che per molti altri paesi, ha significato un vero e proprio spartiacque, diventando una Repubblica Democratica che ha inserito nella sua stessa Costituzione la tutela delle libertà, il diritto all’uguaglianza ed il ripudio per la guerra. “Giuditta – il ghetto di Roma, la dittatura fascista, la Resistenza” è una storia che oggi appare decisamente attuale, nella quale l’autrice inserisce un messaggio importante: la cultura è uno strumento fondamentale per evitare di ricommettere gli stessi errori del passato.

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“Dio è Morto”, la scultura monumentale di Matteo Mauro critica di una società che perde la speranza della benevolenza

L’artista reinterpreta il sacrificio di Cristo alla luce di eventi recenti come guerre e pandemie. L’opera ricorda in alcuni tratti l’iconografia della sacra sindone, ma se ne discosta profondamente per il significato

A fine anni ’60 Guccini cantava la provocatoria “Dio è morto”, canzone di denuncia che raccontava il senso di sfiducia in una società che stava cambiando e si stava mettendo in discussione. Un sentimento che in molti sentono ancora molto attuale, e che Matteo Mauro, artista contemporaneo, tra i massimi esponenti italiani di arte generativa a livello mondiale, ha reso tangibile nell’opera “God is Dead”, Dio è Morto, una scultura realizzata in marmo di Carrara, iniziata nel 2021 e terminata nel 2025, e fotografato da Nicola Majocchi, che lavorò come assistente del leggendario fotografo Irving Penn a New York.

Una vera opera monumentale, con misure imponenti: 185 x 68 x 40 cm. Scolpita a mano, utilizzando le macchine solo per la sgrossatura, la rappresentazione allude ad un Cristo non più vitale ma in uno stato di decadimento ed erosione. Non più ricoperto da una pelle ancor fresca sotto la sindone, ma un uomo che, morto, rivela la sua eredità ossea. Crolla l’immagine del Dio.

L’opera potrebbe essere accostata al Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, di cui ricorda non solo il soggetto, ma anche i panneggi, le trasparenze del velo sul volto e la posizione. Se, però, Sanmartino con questa scultura guardava alla salvezza e al riscatto dell’umanità attraverso la sofferenza di Cristo, nel lavoro di Matteo Mauro troviamo disillusione per il futuro della società, che si allontana sempre più dalla fede per scivolare verso la brutalità, l’odio e l’indifferenza.

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A Roma arrivano Les Chevaux de Dalì: la mostra si arricchisce con 18 litografie e un bassorilievo in ottone dorato

Realizzate partendo da una serie di acquerelli originali, queste opere sono esposte nella mostra Salvador Dalì, tra arte e mito, fino al 27 luglio 2025 presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano

Grande successo di pubblico per la mostra Salvador Dalì, tra arte e mito, inaugurata a Roma lo scorso 25 gennaio e che ora si arricchisce ulteriormente con l’esposizione di altri capolavori che raccontano il mondo visto dagli occhi del grande maestro del surrealismo. Un’occasione unica per ammirare in un’unica esposizione le molteplici forme dell’arte daliniana.

L’evento è organizzato da Navigare in partnership con Difesa Servizi, e allestita dal curatore Vincenzo Sanfo presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano, con il patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura Italia e di Oficina Cultural de la Embajada de España.

Ora i visitatori potranno ammirare la serie Les Chevaux de Dalì, I Cavalli di Dalì, che comprende 18 litografie realizzate partendo da una serie di acquerelli originali, e un bassorilievo in ottone dorato. Si tratta di immagini stampate dal celebre maestro litografo Jobin e conservate in un cofanetto di velour, un tessuto simile al velluto, con stampa in bassorilievo in ottone dorato, raffigurante “Picador”, secondo un’opera di Dalì.

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Programmazione Neurolinguistica (PNL): cos’è e come può aiutare la tua azienda a crescere

La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è una disciplina che studia il rapporto tra processi neurologici, linguaggio e comportamenti appresi attraverso l’esperienza. Applicata in vari contesti, come la comunicazione, il coaching e le vendite, la PNL offre strumenti potenti per migliorare l’efficacia delle interazioni personali e professionali.

Cosa è la Programmazione Neurolinguistica (PNL)?

La PNL nasce negli anni ’70 grazie agli studi di Richard Bandler e John Grinder. Questa metodologia si basa sull’idea che il modo in cui comunichiamo è strettamente legato a come percepiamo il mondo e influenziamo gli altri. La PNL si concentra su tre elementi principali:

  1. Programmazione: I modelli e le abitudini mentali che guidano il nostro comportamento.
  2. Neuro: Il sistema nervoso e i processi sensoriali che influenzano il nostro modo di percepire la realtà.
  3. Linguistica: L’uso del linguaggio per comunicare e strutturare il pensiero.
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Comunicazione, digital divide ed inclusione digitale

Negli ultimi anni abbiamo sentito o letto più volte il termine “digital divide“, riferito ad ambiti diversi e utilizzato con accezioni differenti.

Questa espressione, traducibile in italiano come “differenza digitale”, fa riferimento al divario esistente tra coloro che hanno accesso alle tecnologie digitali e a internet, e coloro che ne sono esclusi. Le cause di questo fenomeno possono essere molteplici, includendo fattori economici, geografici, culturali e di competenze.

Una cosa, però, che caratterizza sempre il digital divide è l’impossibilità per alcuni cittadini o fasce della popolazione di accedere ai benefici del progresso tecnologico e dell’innovazione.

Questo comporta per loro uno svantaggio socio-economico, che con il tempo diventa sempre più accentuato. Per questo motivo, il digital divide rappresenta una delle sfide sociali più significative.

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