Comunicati stampa

Crolla del 21,45% la Reputazione delle aziende farmaceutiche in Italia

Il 74,7% degli italiani pensa che i vaccini siano efficaci, ma lamentano poca chiarezza nelle comunicazioni. Davide Ippolito, cofondatore di Reputation rating: “È la CSR ad essere la più colpita”.

In Italia crolla del 21,45% la fiducia dei cittadini nei confronti delle aziende farmaceutiche. Ad un anno esattodall’individuazione del primo paziente italiano colpito dal coronavirus, Reputation rating, azienda di analisi della reputazione attraverso l’omonimo algoritmo che ne pesa e misura le dimensioni, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain, fa il punto sulla reputazione del settore, confrontandola con i parametri pre-pandemia.

La ricerca si colloca in un contesto non facile per le aziende farmaceutiche mondiali, alle prese con la campagna globale di vaccinazione contro il covid19, con i media italiani che ogni giorno riportano notizie circa i ritardi sulla distribuzione delle dosi.

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La reputazione internazionale di Mario Draghi migliora la reputazione dell’Italia del 16%. I dati dello studio

I dati dell’algoritmo Reputation Rating evidenziano un miglioramento della Reputazione dell’Italia alla sola ipotesi di Draghi premier. Crescono soprattutto la fiducia degli investitori internazionali e il Driver reputazionale delle performance finanziarie a +32%.

La sola ipotesi che Mario Draghi possa ricoprire il ruolo di premier ha portato un miglioramento della Reputazione dell’Italia di 16 punti percentuali. Un dato che si trasforma in capitale economico contante, grazie alla fiducia di mercati e istituzioni.

Questo è quanto emerge dall’analisi realizzata da attraverso l’algoritmo brevettato di Reputation Rating, che ne pesa e misura le dimensioni, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain.

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Le imprese dei Paesi con la migliore Reputazione? Al primo posto l’Islanda, Italia solo 32esima

Nella top 5 della classifica stilata da Zwan su 35 Paesi del mondo, 4 sono europei. USA appena 21°. Davide Ippolito (CEO Zwan): “Le Imprese Italiane si devono adeguare ai nuovi standard mondiali. La principali criticità sono nella gestione di carriere, stipendi e diversità”

È l’Islanda il Paese in cui le imprese hanno la migliore Reputazione al mondo. A stabilirlo è l’analisi realizzata da Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, attraverso l’algoritmo del Reputation Rating, che ne pesa e misura le dimensioni, certificando una serie di parametri oggettivi e soggettivi, attraverso la tecnologia blockchain.

A seguire nella classifica troviamo Norvegia, Svezia, Nuova Zelanda e Svizzera, che compongono il primo quintetto dei 35 principali Paesi mondiali analizzati (si tratta di 4 nazioni europee su 5). La Gran Bretagna si posiziona al 12°, mentre gli Stati Uniti d’America devono “accontentarsi” del 21° posto. Purtroppo, da questo studio non emergono risultati positivi per le imprese del nostro Paese. L’Italia, infatti, si trova solo in 32° posizione, al quart’ultimo posto della classifica.

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La reputazione dei brand di moda durante il covid19: come e perché il made in Italy ne è uscito rafforzato

Da sempre la moda è il settore trainante dell’economia italiana. In situazioni di crisi, i “veri big” sono riusciti ad affrontare gli imprevisti, rendendoli opportunità. L’esempio di Re Giorgio Armani, intervistato da Reputation Review

Il mondo della moda è, da sempre, il settore che fa da traino all’economia italiana, raccontando il valore del made in Italy nel mondo, e con l’emergenza da covid19 se ne è avuta ulteriore conferma. Il timore di compromettere la propria reputazione e, quindi, il proprio valore economico era legittimo e comune alla maggior parte delle aziende, soprattutto considerando che, allo scoppio dell’emergenza, l’industria del fashion si preparava a lanciare la collezione primaverile, con tanto di campagne già pianificate e budget già investiti.

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