Tra attualità e grandi opere pubbliche. Il 13 settembre Alfredo Passeri presenta “L’architettura parlata. Contro la dittatura della spettacolarizzazione”
Incontro a Roma, presso Palazzo Uffici. Intervengono, oltre all’autore, Paolo Berdini, Ruggero Lenci, Mario Panizza. Modera l’Arch. Giuseppe Morganti
L’architettura contemporanea soffre di un distacco tra immagine e contenuti, dove si dà più importanza all’estetica che alla funzionalità, in cui il desiderio di suscitare stupore prevale sulla sostanza.
Di questo e molto altro si parlerà nel corso della presentazione di “L’architettura parlata. Contro la dittatura della spettacolarizzazione”, l’ultimo libro di Alfredo Passeri, architetto e professore universitario, per le Edizioni LetteraVentidue. L’evento si terrà venerdì 13 settembre 2024, dalle 9:30 alle 12:00, presso Palazzo Uffici, Sala Giorgio Quaroni, Eur S.p.A., Via Ciro il Grande 16.
All’incontro saranno presenti, oltre all’autore Alfredo Passeri, Paolo Berdini, urbanista e saggista che ha firmato la prefazione del libro, Ruggero Lenci, architetto e professore universitario, e Mario Panizza, architetto e professore universitario, che è stato Magnifico Rettore di Roma Tre. Modera Giuseppe Morganti, capo delegazione del FAI di Roma e dal Lazio.
Leggere il libro “L’architettura parlata” è come sentir raccontare di un cantiere a cielo aperto con i lavori in corso. Un certo numero di interventi si stanno portando avanti, alcuni molto lentamente, altri sono fermi, altri ancora non vedranno mai la luce. Ce ne sono di nuovi che subiscono accelerazioni, come nel caso del sottopasso di Piazza Pia pronto per il Giubileo del 2025, ed alcuni che saranno finiti grazie alla finanza privata. Nel libro si analizzano anche il nuovo Stadio della Roma, lo Stadio Flaminio, le Vele di Calatrava e le palazzine romane. Passeri sottolinea, inoltre, l’importanza di trovare soluzioni architettoniche valide per questi progetti, evitando l’abbandono e le “non-decisioni” che affliggono molte iniziative urbanistiche e che finiscono per restare incompiute e abbandonate, diventando talvolta dei veri e propri eco mostri.
L’autore auspica che il maggior numero di progetti vada in porto e che possa portare benefici alla collettività, ma sottolinea anche come sia necessario mantenere sempre una buona dose di realismo quando si analizzala realtà che ci circonda, e come questo aiuti a non farsi troppe illusioni.
“Il fenomeno attuale di spettacolarizzazione e personalizzazione ha trasformato la normalità in qualcosa di banale, influenzando le politiche urbane e le proposte architettoniche. – Commental’autore – Questo processo è accompagnato dalla diffusione dell’ignoranza, dove la competenza non ha più valore e tutti si sentono esperti su qualsiasi argomento”.
In sintesi, l’opera denuncia la superficialità che caratterizza molti progetti e una mancanza di visione, auspicando una maggiore competenza e serietà nel settore, che oggi ha bisogno di veder realizzare progetti concreti e significativi. Infine, anche se può sembrare scontato, il problema oggi non è tanto aprire nuovi cantieri a Roma (secondo il Comune i cantieri pubblici sono 625): è chiuderli, portandoli a compimento.